Intervista a Roberto Jonghi Lavarini - Milano, 4 dicembre 2014
Intervistiamo ROBERTO
JONGHI LAVARINI, autorevole esponente politico della destra lombarda, noto
per le sue provocazioni, conosciuto come il Barone Nero, spesso ospite de La Zanzara su Radio24, andato anche in onda, fra mille polemiche, a Le Iene su Italia 1. Classe 1972, sposato, tre figlie, consulente immobiliare,
dalla rete, dove si possono trovare sue immagini di ogni genere, apprendiamo che
l’eclettico personaggio è anche cavaliere di Malta, membro del Collegio
Araldico e figurante del gruppo folkloristico walser di Urnafasch, paese tedesco-vallese di
origine della sua famiglia. Jonghi è
attualmente dirigente di Progetto
Nazionale, gruppo emergente della destra radicale, ex Fiamma Tricolore, ora vicino alla Lega. Jonghi, sotto
pseudonimo, sarà anche fra i protagonisti, del nuovo romanzo noir “L’Antiquario di Brera”, del noto
scrittore milanese Ippolito Edmondo
Ferrario, in uscita il prossimo febbraio 2015 per i Fratelli Frilli Editori.
DOMANDA - Barone nero, quali sono i vostri
rapporti con la nuova Lega Nord 2.0 di
Matteo Salvini?
RISPOSTA - Senta lasciamo perdere titoli e
soprannomi. A prescindere dalle origini della mia famiglia, delle quali sono
certamente orgoglioso, la vera nobiltà non è quella ereditata, ma solo quella
personale, dello spirito, del pensiero e dell’azione. Semmai, sono aristocratico
in senso filosofico, ovvero credo platonicamente nella selezione e nel governo
dei migliori. Rispondendo alla sua domanda… Progetto Nazionale non è l’ennesimo partitino, ma un moderno movimento
sociale ed identitario, un soggetto politico autonomo, apartitico e
trasversale. Fatta questa doverosa precisazione, i nostri rapporti politici con
la Lega sono, da tempo, ottimi. Siamo
stati i primi, e ci tengo a sottolinearlo, a collaborare con Flavio Tosi nel nord est e con Mario Borghezio nel nord-ovest, ed a
sostenere attivamente l’alleanza con Marine
Le Pen alle scorse elezioni europee, portando in dote migliaia di
preferenze. Non a caso, la fiamma tricolore di Progetto Nazionale ricorda simbolicamente sia quella gloriosa del
nostro MSI, che quella vincente del Front National francese, al cui
congresso di Lione, eravamo, insieme
alla Lega, la sola forza politica
italiana presente.
D - Quindi, voi camerati, avete trovato
un nuovo leader nell’ex comunista padano Salvini?
R - Ognuno ha la sua storia politica e
personale, noi giudichiamo il presente. Progetto
Nazionale ha già un suo capo carismatico che si chiama Piero Puschiavo, stimato da tutti per la sua coerente militanza.
Sicuramente guardiamo a Matteo Salvini
ed alla sua recente evoluzione politica con grande attenzione, simpatia e
speranza ma, sinceramente, riteniamo che il candidato ideale per sconfiggere
l’altro Matteo (Renzi) sia il sindaco
di Verona, Flavio Tosi, sia per le sue indiscusse capacità di governo che
per l’assoluta necessità, se si vuole
veramente vincere le elezioni politiche, di coinvolgere e convincere il
determinante elettorato moderato e centrista. Vede, anche io preferisco ed uso i
toni ed i contenuti politici di Salvini,
ma sono intelligentemente cosciente di rivolgermi ad una, per quanto solida e
in crescita, minoranza di elettori di destra, purtroppo, ancora insufficiente
per vincere le elezioni, nel nostro sistema bipolare. Tosi riesce a parlare ad un pubblico più vasto.
D - Quindi, in pratica, voi sostenete
una riedizione del vecchio centro-destra berlusconiano?
R - Nulla è ripetibile nello stesso modo
e con gli stessi uomini. Noi sosteniamo l’unità dei movimenti identitari e
nazional-popolari (leghe e destre) in un fronte comune,
ma anche il necessario rinnovamento e rilancio della coalizione di
centro-destra, anche mediante lo strumento tecnico delle elezioni primarie,
secondo rigorosi criteri di partecipazione popolare, trasparenza organizzativa
ed amministrativa, rappresentatività sociale e territoriale, consenso e
meritocrazia. Se si vuole sconfiggere l’astensionismo, bisogna dare segnali
forti: serve una nuova classe dirigente, pensionando definitivamente quella
attuale che ha accumulato troppi incarichi, mandati e privilegi. In parlamento
abbiamo, salvo rarissime eccezioni, una casta di mediocri mestieranti della
politica, improduttivi parassiti, nominati dai capi partito e non eletti dal
popolo. Basta con “cerchi magici”, nepotismo, maggiordomi e veline (quando non
ladroni e puttane), servi sciocchi ed utili idioti. E nell’ultima categoria
comprendo, a pieno titolo, tutti i grillini, un caravan serraglio di incapaci
che non ha combinato nulla: il movimento 5
Stelle è chiaramente servito solo al sistema per sterilizzare la sacrosanta
protesta del popolo italiano, si è trattato di una vera e propria truffa
elettorale.
D - La vostra opinione su i possibili
alleati: Forza Italia, NCD, Fratelli
d’Italia e Casa Pound?
R - Forza
Italia e Berlusconi sono
politicamente vecchi ed hanno perso credibilità e consenso. Il gruppo di Alfano è solo una piccola e brutta copia del PDL ed è evidentemente grottesco definirsi di centrodestra e
sostenere un governo di centrosinistra. Giorgia
Meloni è bravina, poveretta, ma Fratelli
d’Italia, mi dispiace dirlo (perché anche io provengo da Alleanza Nazionale), è un partitino gestito,
soprattutto in Lombardia, da una
piccola casta di politicanti che vive di sottogoverno e che cerca solo di
perpetuare il proprio potere personale, mi sembra il vecchio PSDI di Nicolazzi. Per non parlare delle recenti inchieste su Alemanno a Roma… Casa Pound, invece, è
un grande movimento, soprattutto militante e giovanile, pieno di energie
positive, il futuro "fronte nazionale italiano" ci vedrà sicuramente insieme, da
protagonisti. Ma oltre a quelli da lei citati, vi sono diverse realtà
politiche, culturali e sociali da coinvolgere in questo progetto, partendo dal territorio:
liste civiche, movimenti identitari, comitati di quartiere e di protesta,
associazioni professionali e di categoria. Senza contare la politica estera,
della quale non parla mai nessuno…
D - Ne parli lei allora…
R - In estrema sintesi, possiamo
dividere il mondo i due blocchi contrapposti. Da una parte gli USA ed i loro alleati (spesso
satelliti, se non servi) che vogliono imporre, con la forza militare, il loro
modello di democrazia liberal-capitalista, creando quel nuovo ed utopico ordine
mondiale, tanto caro a illuminati, massoni, progressisti e poteri forti
dell’alta finanza internazionale. Dall’altra, tutte le altre nazioni del mondo,
in ordine sparso, che si oppongono all’imperialismo mondialista americano. Da
una parte, quindi, la filosofia giacobina – comunista - arcobaleno della uguaglianza
forzata che vuole cancellare ogni differenza culturale, etnica e religiosa; e,
dall’altra, tutti i popoli intenzionati a difendere la propria identità,
tradizione ed autodeterminazione, politica ed economica. Gli interventi armati
americani e le primavere arabe (da costoro provocate e sostenute), che hanno
sconvolto il mondo, creando tensioni, instabilità e terrorismo, vanno
inquadrate in questa battaglia planetaria. In Iraq come in Libia, in Siria come in Ucraina, le popolazioni "stavano meglio quando stavano peggio"
(soprattutto i cristiani e le altre minoranze), e gli USA, con la colossale balla della democrazia, puntano solo a
destabilizzare e colonizzare quei territori che sono strategici da un punto di
vista economico, energetico e geo-politico…
D - Sintetizzi o non finiamo più…
R - Va bene, anche se sono temi
fondamentali... Noi vogliamo una Europa
che sia libera ed autonoma dagli USA
che pensano solo ai loro fottuti interessi, trattandoci come colonie, influenzando le nostre scelte
politiche ed economiche, ed occupando il nostro suolo con le loro basi
militari. Noi sosteniamo un nuovo sistema multipolare che difenda
l’autodeterminazione dei popoli, una
alleanza eurasiatica fra Europa e Russia, e stabili accordi diplomatici e
commerciali con la Cina e l’Islam Sciita (Iran e Siria di Assad).
D - Basta così grazie! Vedo che è
preparato ma e troppo prolisso: scriva un libro!
R - Perché no, è da tempo, che ci sto
pensando seriamente…
D - Tornando al filo logico delle mie
domande, a parte le alleanze elettorali, quali sono i vostri principali punti
politici che portate avanti?
R - Noi mettiamo al primo posto la giustizia
sociale, quindi la lotta alla plutocrazia mondialista, ed il recupero della
nostra sovranità nazionale (politica, economica, monetaria e militare).
Secondariamente: il blocco della invasione di immigrati extra-europei,
l’espulsione dei clandestini e la preferenza nazionale per case popolari, asili
nido, sussidi sociali e lavori pubblici. Terzo: il dimezzamento della
insopportabile pressione fiscale che sta uccidendo le famiglie e le imprese
italiane, il blocco sociale di multe e cartelle esattoriali, il rilancio della
sana economia produttiva, partendo dal sostegno al turismo (quindi al nostro
immenso patrimonio artistico), alla produzione agroalimentare di qualità, al
settore tessile e manifatturiero, alla edilizia ed al settore immobiliare, al
commercio ed all’artigianato, ma anche alla difesa del nostro sistema
industriale e siderurgico, ora completamente allo sbando. Quarto ma non ultimo,
trattandosi di una battaglia di valori e di civiltà: la difesa della famiglia
naturale, delle nostre tradizioni e della nostra identità culturale e
religiosa. Questi sono, da sempre, i nostri cavalli di battaglia ora ripresi
dalla Lega. Tutti gli altri seguono
e copiano ma, ripeto, non sono credibili.
D - Quindi, in sostanza, proponete il
solito vostro programma razzista, autarchico ed anti-europeo?
R - Sfido la sua provocazione e
rilancio: Benito Mussolini ed il
fascismo, nelle loro analisi e soluzioni, sono stati assolutamente
lungimiranti: avevano capito tutto, il tempo ha dato loro ragione ed i
popoli del vecchio continente se ne stanno, pian piano, rendendo conto. Questa
profonda crisi dell’Occidente capitalista che, prima di essere economica e
politica, è culturale e spirituale, è stata causata dalle stesse forze
demo-plutocratiche che hanno provocato e vinto la seconda guerra mondiale. I
libri di storia, scritti dai vincitori, dicono altro (naturalmente, la loro
versione di comodo) ma, questa è la pura e semplice verità che, inesorabilmente,
sta venendo a galla. Noi, oggi come ieri, siamo per una Europa diversa,
autentica, dei popoli e delle nazioni, che sia politicamente forte ed armata,
libera dagli interessi stranieri USA
e dalle infami speculazioni dell’alta finanza internazionale, alleata alla
nuova "santa madre" Russia ortodossa
di Vladimir Putin, vigilie custode
del Mare Nostrum e portatrice di civiltà, giustizia e benessere in Africa. Altro che balle, altro che
razzismo: noi, uomini della tradizione, abbiamo grande, sincero e profondo
rispetto per tutte le differenze (di razza, etnia, cultura, religione, usi e
costumi, anche sessuali) ma non siamo ipocriti falsi buonisti-moralisti e ci
sentiamo in sacrosanto dovere di difendere le nostre radici profonde,
l’identità della stragrande maggioranza degli Europei che sono bianchi,
cristiani, eterosessuali, con una cultura classica latino-germanica. Chiaro?
Jonghi è stato assolutamente chiaro, senza
mezze misure. lo ringraziamo per la sua disponibilità ed anche per la sua
franchezza, lasciando, ai nostri lettori, assoluta libertà di giudizio sui
contenuti delle sue risposte.
Intervista a Roberto Jonghi Lavarini - Milano, 4 dicembre 2014
Nessun commento:
Posta un commento