Torino, 3 dicembre 2014
Caro Jonghi Lavarini,
quello che affermi nella tua intervista è tutto vero. Ma non è il nocciolo del problema.
Esso, come sai, e sanno anche i tuoi amici della Lega, è il
cosiddetto "debito pubblico", che a sua volta ha la sua causa non
negli sprechi e negli eccessi di spesa, bensì nell'aver adottato una moneta
che causa essa stessa debito sin dalla sua emissione!
Tutti, così, a causa del malefico e perverso meccanismo
della “moneta debito” (o “moneta merce”, il che è lo stesso), sono con l'acqua
alla gola: dalle famiglie alle imprese, dagli enti locali allo Stato.
Di fatto, tutti sono col cappio al collo di un'usura
legalizzata, che è quella, all'origine, dell'emissione di denaro a fronte di
titoli del (cosiddetto) debito pubblico, che poi si ripercuote su tutta
un'economia a debito che non può che condurre ad una pressione fiscale
insensata e iugulatoria.
Hanno voglia a stare nei "parametri" di
Bruxelles, o a "tagliare" per rientrare nel "patto di
stabilità". E non parliamo del "Jobs Act" (ohibò!), che serve
solo a rendere il "mercato del lavoro" un… mercato delle vacche (o
degli schiavi moderni), con chi promulgò la Carta del Lavoro (della quale il
tanto decantato Statuto dei lavoratori è il parente povero) che oramai ha
esaurito le forze per rigirarsi nella tomba.
Non disponendo lo Stato (fosse anche una UE vera e non
un'accolita di camerieri dei banchieri) della sovranità monetaria, esso si
trova nella posizione di dover sempre stare, da una parte, col piattino in mano
per pietire dai banchieri privati quello strumento che dovrebbe invece essere
pubblico; dall'altra, col fucile puntato contro tutti i cittadini, che a questo
punto diventano solo "contribuenti" da strizzare senza pietà. Il meccanismo credo sia chiarissimo sia a voi di Progetto Nazionale che agli
amici della Lega.
Tra le cause secondarie della situazione insostenibile che
giustamente denunciate vi è anche il "federalismo", poiché questo -
stante l'esistenza della suddetta "moneta debito" - ha causato il
tracollo delle casse degli enti pubblici, i quali (non avendo nessuna sovranità
monetaria, come lo Stato) non possono che tartassare sempre più - come se non
bastasse lo Stato centrale - i poveri cittadini italiani.
L'altro punto che vorrei porre alla tua attenzione è
questo. Purtroppo la cosiddetta "destra radicale", in questo superata
dalla Lega, ha sempre adottato un antislamismo feroce e coi paraocchi. E
sinceramente controproducente.
Cosa voglio dire? Per prima cosa, che "il
problema" non è l'Islam, quanto l'eccessivo afflusso di immigrati (che,
come sapete, arrivano da tutte le parti del mondo, non solo dal Marocco o dalla
Tunisia!). Il problema costituito dagli immigrati, fondamentalmente, è di
carattere economico (come ho rilevato in “Eurasia” 4/2006, dedicato a
“geopolitica e migrazioni”), e non culturale, perché un'immigrazione
tollerabile sarebbe quella di elementi disposti a svolgere mansioni che gli
italiani non vogliono più fare, ma - attenzione a questo punto - alle
stesse condizioni e garanzie cui gli italiani sono abituati.
Con ciò intendo dire che persino il volantinaggio porta a
porta, ormai appannaggio esclusivo di immigrati, non è vero che i giovani
studenti non lo vogliono più fare: la verità è che cercano immigrati
disoccupati perché così li pagano una miseria, che lo studente italiano
giustamente non accetta (anche perché nel suo caso deve pagarsi solo gli studi
o le vacanze, mentre per l'immigrato si tratta della proverbiale
"minestra"!).
Tornando all'Islam, come spero saprete, essendo l'Islam una
visione del mondo organica e onnicomprensiva (il che è perfettamente
"tradizionale" come sa anche il vostro amico Borghezio), esso, nella
sua dottrina, tratta anche della tassazione.
Ora, la tassa islamica è la zakât, che significa
"purificazione [dei propri averi]", e consiste, udite udite, nella
tassazione del tesaurizzato in un anno, nella misura del 2,5%!!! Il che
significa che se in un anno ho messo da parte 20.000 euro, dovrò corrisponderne
all'erario 500!!! Non so se mi spiego: tutti pagherebbero fino all'ultimo
centesimo, e anche volentieri. In poche parole, non esistono nella dottrina
islamica concernente la fiscalità tasse sui redditi, ma solo sul tesaurizzato,
il che oltretutto incoraggia la circolazione della ricchezza, perché tanto vale
spendere. Ma un conto è spendere in condizioni ottimali, nelle quali lo Stato
ha avocato a sé il diritto di battere moneta, un altro è in quelle attuali, per
cui anche gli accorati appelli a "sostenere i consumi" del ‘defunto’
(o decotto) Berlusconi lasciavano davvero il tempo che trovano.
Quando ho usato il termine "controproducente"
relativamente all'antislamismo intendo perciò dire che se guardiamo dentro ciò
che di prim’acchito si detesta scopriamo spunti utilissimi per noi.
Ovviamente – stabilito che quello che ci deve interessare è
il modello - non intendo dire che nei vari paesi a maggioranza islamica la situazione
corrisponda alla teoria. Tutt'altro. Si tratta di situazioni varie,
caratterizzate da indebitamento con l'estero a causa dei "piani"
dell'FMI o della Banca Mondiale (i traditori al governo non sono un'unica
nostra prerogativa!), ma in qualche caso lo Stato è (o e era, si pensi alla
Libia, anche per questo distrutta) sovrano dal punto di vista monetario.
La soluzione della “crisi”, insomma, sta nella sovranità
monetaria, il che è il classico "uovo di Colombo", poiché mentre per
qualsiasi bene materiale la questione della quantità non è risolvibile con la
bacchetta magica (per fare tavoli serve il legno, per produrre frutta o verdura
devo avere i campi ed evitare che si guasti tutto ecc.), per la moneta basta
una... tipografia di Stato!!! Che è esattamente la BCE o qualsiasi altra "banca
centrale" dell'Occidente, gestita da privati nell'interesse di privati.
Con tutto il resto della popolazione che, stante il
"debito" che grava con tutte le sue conseguenze, non può che darsi
alla legge della giungla, dove io cerco di fare le scarpe a te, tu a me, noi a
loro e loro a noi. Tutto perché siamo tutti quanti col fiato sul collo,
rincorsi dalle banche e dalle tasse da pagare. Ora, io credo che tutto questo,
oltre che ingiusto, sia anche perverso, perché avvelena l’intera società.
Spero di essermi spiegato in maniera sufficientemente
chiara, e certamente tutto ciò che precede è stato esposto per sommi capi, e
pure tralasciando alcuni punti importanti (come la questione della produzione e
degli scambi con l'estero: per il primo punto basti ricordare che la FED stampa
denaro effettivamente a ciclo continuo, ma il dollaro è sostenuto dalle
"baionette" degli Usa e dei loro servi sciocchi, oltre che da un euro
che, sopravvalutato, funge da camera di compensazione, ed infine dal fatto che
i mercati mondiali delle materie prime sono tutti in dollari; quanto al
secondo, basterebbe, rebus sic stantibus, inaugurare un sistema di
“baratto” con altri Paesi che intendessero svincolarsi da questa dittatura
usurocratica planetaria).
Ad ogni modo, quello che noto è che si sta instaurando un
clima di difficoltà diffusa nel quale - sebbene comprenda le vostre esigenze
propagandistiche spicciole mirate a creare consenso (il problema della “sicurezza”
esiste) - vi è la possibilità di far passare (e poi applicare, qualora si riesca
a vincere le elezioni) determinati concetti basilari, che nessuno, ripeto,
nessuno fa propri.
Se, al contrario, non si vuole andare a fondo, ci si può
accontentare del piccolo cabotaggio, se vogliamo appassionante, ma sempre
all'interno del quadro generale già predisposto dai "padroni del
denaro", e perciò illusorio ed ininfluente, poiché si finirà sempre per
svolgere, volenti o nolenti, una "parte" in questo teatrino.
A voi la scelta! Un cordiale saluto e a risentirvi.EG
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