lunedì 15 dicembre 2014

Le regole di comportamento di Rutilio Sermonti.

L'opzione nazionalpopolare non consiste nell'adesione a una serie di opinioni politiche, bensì nella partecipazione a un modo di essere interiore, essenzialmente spirituale, con radici nell'autentica tradizione di ciascun popolo, e come tale inevitabilmente avversa a quella che viene definita "civiltà moderna" e all'utopia egualitaria che le è propria.
Tale modo di essere va quindi attestato, più che con argomentazioni verbali, che possono essere insincere, col proprio comportamento, sia interiore che esteriore, che, implicando la prontezza a qualsiasi sacrificio, ivi compreso il supremo, non si presta ad essere simulato e ,se non è di purezza assoluta, alla prima prova seria, fallisce. Lo stesso comportamento, nel contempo, svolge un interiore ruolo attivo nel  pieno conseguimento, nel singolo, del modo di essere di cui all'art. 1..
Trattando di comportamento, deve distinguersi in:
  Verso se stessi;
  Verso gli altri nazionalpopolari;
  Verso gli estranei, ma interessati;
  Verso gli estranei non interessati (massa);
  Verso i nemici;
  Verso i venduti ai nemici ed altri utili idioti dei medesimi,
  Verso la natura vivente, e cioè le specie non umane;
   Verso l'ordine cosmico.
Comportamento verso sè stessi.
   Il minimo della comprensione e della tolleranza, e il massimo della spietatezza il  Nazionalpopolare (indicato per l'innanzi dalla sigla NP) deve riservare a se stesso, senza gloriarsi del raggiungimento del livello umano conseguito, e sempre teso con tutte le forze a superarlo. La Lunga via non ha fine, e si protende nell'Infinito.
Comportamento verso gli altri NP.
   Esso va dettato esclusivamente dall'emulazione: mai dall'invidia e dalla competizione, come accade nei partiti della c.d. democrazia. Il NP militante non imbocca una carriera, ma si vota ad una missione. Quel che per lui conta è il successo della medesima, realizzabile soltanto con la spirituale unità e l'intensa sinergia dell'intera compagine. Quindi, costatare l'esistenza, tra i camerati, di qualcuno più valido ed efficiente di lui è una grande gioia, non una umiliazione. E' un esempio da seguire e da affiancare: mai un concorrente da battere.
   Comportamento verso gli esterni, ma interessati.
    Verso coloro che, pur non qualificandosi NP, mostrino di non possedere alcun aprioristico pregiudizio verso i medesimi, che precluda loro ogni posizione che non sia "antifascista", ma siano tuttora nell'incertezza della scelta del collocamento politico che soddisfi il loro intelletto, il NP deve, innanzi tutto, cercare di migliorarne la personale conoscenza, al fine di enucleare in ciascuno il tipo di fattori positivi su cui meglio possa farsi leva, Iniziare poi l'opera di "vaccinazione" dell'interlocutore contro i tossici artatamente iniettati nel suo animo dalla disinformazione e diseducazione di massa, a ciò adibiti dal "sistema" vigente. Tutto ciò curando di non assumere mai atteggiamenti sprezzanti o apodittici, ma curando che sia lo stesso "catecumeno" a pervenire a conclusioni simili alle nostre, quali conclusioni proprie. in base agli elementi e documenti veritieri da noi pacatamente fornitigli.
   Comportamento verso gli esterni non interessati (massa).
   Il problema di tale comportamento è prematuro, presupponendo il possesso di mezzi di comunicazione di massa che - da parte NP - non solo non tende ad aumentare, ma è in costante diminuzione, per i colpi bassi portatigli dai nemici. L'unico organo di stampa nazionale residuo ha periodicità mensile !
  Esclusivo spiraglio di comunicazione col pubblico generico può essere consentito ai NP solo da clamorose manifestazioni ribellistiche di piazza o di campagna, apportando significati  e sviluppi precisi ai movimenti spontanei di protesta popolare in incoraggiante aumento.
  Comportamento verso i nemici.
  Per nemici, si intende quelli operanti contro l'Uomo, la Natura e la nazione, quindi - ovviamente-  non dichiarati da loro come tali, ma variamente mascherati. Tale loro carattere necessariamente ipocrita, vale a escludere che il NP possa intrattenere con loro alcun rapporto, neppure polemico.
  Opporsi a questa o quella delle loro maschere, equivale a fare il loro gioco, senza minimamente danneggiarli, come il toro che incorna una "muleta".
  Unico comportamento del NP verso costoro, consiste nella guerra senza quartiere, con ogni mezzo, al fine di portarli allo scoperto e di distruggerli, sia come casta che come persone. Esattamente ciò che quelli, con mezzi sconfinati e disonesti, ,cercano invano di fare con noi, unica compagine che veramente li preoccupi., per la sua -per loro, inesplicabile- inesausta vitalità "post mortem".
  Comportamento verso i venduti ai nemici e altri loro utili idioti.
  Ai fini della guerra di cui all'articolo precedente,, il NP non adotti nei confronti della detta categoria alcun comportamento se non la chiusura sdegnosa a qualsiasi forma di contatto, Solo in caso di iniziative offensive violente, che i nemici regolarmente riservano ai loro scherani di bassa forza, i NP devono accuratamente organizzaszi, addestrarsi  ed attrezzarsi affinchè esse si risolvano, per gli aggressori, in esperienze talmente sgradevoli da sconsigliarne vivamente la reiterazione.
  Ogni formazione NP deve munirsi di un organo apposito, specificamente qualificato e titolare di tale essenziale funzione difensiva, sia giudiziale che stragiudiziale.
  Segue comportamento di cui all'art.9. La grande prudenza e ripugnan za per il pericolo, propria degli individui e gruppi ostili di cui all'art.9, fa sì che di fatto, scontri fisici tra NP e gruppi di individui di cui all'articolo precedente avvengano soltanto allorchè - per caso o per predisposto agguato - un NP o una coppia di essi venga a contatto, in luogo pubblico o aperto al pubblico, con una massiccia formazione dei predetti avversari; per cui non di scontro si dovrebbe parlare, ma di linciaggio. conclusosi con gravi lesioni e talora con la morte dell'aggredito.
  In tali ipotesi, l'unica difesa possibile è preventiva. Avvertire cioè il dirigente degli scagnozzi che di ogni violenza perpetrata in danno di un NP sarà lui personalmente ritenuto responsabile e pagherà spietatamente il fio, con la propria persona o i propri averi.
 
   Comportamento verso la natura vivente (specie non umane).
   Il NP respinge risolutamente l'aberrante e gratuita convinzione diffusa tra gran parte degli uomini praticanti una religione monoteista, secondo cui un mitico Creatore di Tutto l'Universo avrebbe fatto quella gran fatica in funzione di un Uomo che, per non si sa quanti miliardi di anni, non esisteva neppure, abitante di un microscopico pianeta anch'esso ancora, per miliardi di anni, inesistente.
   In sede politica, e cioè di regole comportamentali, non deve occuparci l'assurdità filosofica di una tale balorda teologia, ma la pura costatazione degli effetti che essa ha prodotti sull'"habitat" che l'ha vista nascere.
   Al disopra, ormai, di ogni opinabilità, essi sono stati, infatti, di rendere la Terra crescentemente incompatibile con la vita, sia dell'Uomo che delle altre specie.
   Il problema, pertato, è quello di scegliere ed applicare, nei confronti della natura vivente, il comportamento più idoneo (se ancora possibile) a salvarla dalla distruzione.
   Il NP proclama e sostiene che sia ormai pazzesco illudersi di poter operare per la salvezza senza abbandonare la concezione antropocentrica e i comportamenti da quella determinati.
  Segue Natura vivente.
   Se la nostra sopravvivenza è legata a quella di numerose altre specie, e quella di ciascuna di esse all'esistenza di altre, secondo interminabili catene di cause ed effetti, ne consegue, per il NP, che nostra cura dev'essere non solo l'allevamento e preservazione delle specie a noi direttamente utili, ma anche di tutte quelle il cui mirabile equilibrio concorre a mantenere le condizioni vitali delle altre, persino a noi ignote. Il nostro rigoroso comportamento in tal senso, non contrastabile da leggi repressive di sorta, sarà anche uno dei più suggestivi approcci con tutta la gente di buona fede di cui all'art.6.
  Comportamento dinnanzi all'ordine cosmico.
   Tale dev'essere la stimmata più inconfondibile del NP.
    L'ordine cosmico - anche se non ci è dato idividuarne finalità - è un grande libro aperto innanzi a noi, all'umile pastore come al docente accademico di fisica. Esso non contiene inganni, nè errori, nè frodi. Deve quindi costituire l'unico paradigma valido a cui uniformare i volontari comportamenti necessari per realizzare quella creazione del nostro ingegno che è una società giuridicamente  organizzata e gerarchizzata, quale si impone a conglomerati  di molti milioni di individui.
   Ogni comportamento contrario a quell'ordine, cui la nostra specie è soggetta come ogni altra, e sordo alla disperata invocazione che ci perviene da ogni filo d'erba e da ogni galassia, equivale al suicidio di massa, qual'è il destino della c. d. civiltà moderna.
 
   Il militante NP, con la sua continua predicazione, ma soprattutto con i comportamenti sopra indicati, deve sentire con orgoglio, e con umiltà insieme, la missione a cui si è votato, gettandosi alle spalle ogni considerazione di personale convenienza o di effimero successo mondano, e affiggendo lo sguardo, prima ed innanzi tutto,  al suo profondo modo di essere, arra di nobiltà dell'intera sua vita.
   Enos, lases, iuvate !  
  

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