venerdì 5 dicembre 2014

Lettera Aperta di Enrico Galoppini.

 

 
Torino, 3 dicembre 2014
Caro Jonghi Lavarini,
quello che affermi nella tua intervista è tutto vero. Ma non è il nocciolo del problema.
Esso, come sai, e sanno anche i tuoi amici della Lega, è il cosiddetto "debito pubblico", che a sua volta ha la sua causa non negli sprechi e negli eccessi di spesa, bensì nell'aver adottato una moneta che causa essa stessa debito sin dalla sua emissione!
Tutti, così, a causa del malefico e perverso meccanismo della “moneta debito” (o “moneta merce”, il che è lo stesso), sono con l'acqua alla gola: dalle famiglie alle imprese, dagli enti locali allo Stato.
Di fatto, tutti sono col cappio al collo di un'usura legalizzata, che è quella, all'origine, dell'emissione di denaro a fronte di titoli del (cosiddetto) debito pubblico, che poi si ripercuote su tutta un'economia a debito che non può che condurre ad una pressione fiscale insensata e iugulatoria.
Hanno voglia a stare nei "parametri" di Bruxelles, o a "tagliare" per rientrare nel "patto di stabilità". E non parliamo del "Jobs Act" (ohibò!), che serve solo a rendere il "mercato del lavoro" un… mercato delle vacche (o degli schiavi moderni), con chi promulgò la Carta del Lavoro (della quale il tanto decantato Statuto dei lavoratori è il parente povero) che oramai ha esaurito le forze per rigirarsi nella tomba.
Non disponendo lo Stato (fosse anche una UE vera e non un'accolita di camerieri dei banchieri) della sovranità monetaria, esso si trova nella posizione di dover sempre stare, da una parte, col piattino in mano per pietire dai banchieri privati quello strumento che dovrebbe invece essere pubblico; dall'altra, col fucile puntato contro tutti i cittadini, che a questo punto diventano solo "contribuenti" da strizzare senza pietà. Il meccanismo credo sia chiarissimo sia a voi di Progetto Nazionale che agli amici della Lega.
Tra le cause secondarie della situazione insostenibile che giustamente denunciate vi è anche il "federalismo", poiché questo - stante l'esistenza della suddetta "moneta debito" - ha causato il tracollo delle casse degli enti pubblici, i quali (non avendo nessuna sovranità monetaria, come lo Stato) non possono che tartassare sempre più - come se non bastasse lo Stato centrale - i poveri cittadini italiani.
L'altro punto che vorrei porre alla tua attenzione è questo. Purtroppo la cosiddetta "destra radicale", in questo superata dalla Lega, ha sempre adottato un antislamismo feroce e coi paraocchi. E sinceramente controproducente.
Cosa voglio dire? Per prima cosa, che "il problema" non è l'Islam, quanto l'eccessivo afflusso di immigrati (che, come sapete, arrivano da tutte le parti del mondo, non solo dal Marocco o dalla Tunisia!). Il problema costituito dagli immigrati, fondamentalmente, è di carattere economico (come ho rilevato in “Eurasia” 4/2006, dedicato a “geopolitica e migrazioni”), e non culturale, perché un'immigrazione tollerabile sarebbe quella di elementi disposti a svolgere mansioni che gli italiani non vogliono più fare, ma - attenzione a questo punto - alle stesse condizioni e garanzie cui gli italiani sono abituati.
Con ciò intendo dire che persino il volantinaggio porta a porta, ormai appannaggio esclusivo di immigrati, non è vero che i giovani studenti non lo vogliono più fare: la verità è che cercano immigrati disoccupati perché così li pagano una miseria, che lo studente italiano giustamente non accetta (anche perché nel suo caso deve pagarsi solo gli studi o le vacanze, mentre per l'immigrato si tratta della proverbiale "minestra"!).
Tornando all'Islam, come spero saprete, essendo l'Islam una visione del mondo organica e onnicomprensiva (il che è perfettamente "tradizionale" come sa anche il vostro amico Borghezio), esso, nella sua dottrina, tratta anche della tassazione.
Ora, la tassa islamica è la zakât, che significa "purificazione [dei propri averi]", e consiste, udite udite, nella tassazione del tesaurizzato in un anno, nella misura del 2,5%!!! Il che significa che se in un anno ho messo da parte 20.000 euro, dovrò corrisponderne all'erario 500!!! Non so se mi spiego: tutti pagherebbero fino all'ultimo centesimo, e anche volentieri. In poche parole, non esistono nella dottrina islamica concernente la fiscalità tasse sui redditi, ma solo sul tesaurizzato, il che oltretutto incoraggia la circolazione della ricchezza, perché tanto vale spendere. Ma un conto è spendere in condizioni ottimali, nelle quali lo Stato ha avocato a sé il diritto di battere moneta, un altro è in quelle attuali, per cui anche gli accorati appelli a "sostenere i consumi" del ‘defunto’ (o decotto) Berlusconi lasciavano davvero il tempo che trovano.
Quando ho usato il termine "controproducente" relativamente all'antislamismo intendo perciò dire che se guardiamo dentro ciò che di prim’acchito si detesta scopriamo spunti utilissimi per noi.

 
Ovviamente – stabilito che quello che ci deve interessare è il modello - non intendo dire che nei vari paesi a maggioranza islamica la situazione corrisponda alla teoria. Tutt'altro. Si tratta di situazioni varie, caratterizzate da indebitamento con l'estero a causa dei "piani" dell'FMI o della Banca Mondiale (i traditori al governo non sono un'unica nostra prerogativa!), ma in qualche caso lo Stato è (o e era, si pensi alla Libia, anche per questo distrutta) sovrano dal punto di vista monetario.
La soluzione della “crisi”, insomma, sta nella sovranità monetaria, il che è il classico "uovo di Colombo", poiché mentre per qualsiasi bene materiale la questione della quantità non è risolvibile con la bacchetta magica (per fare tavoli serve il legno, per produrre frutta o verdura devo avere i campi ed evitare che si guasti tutto ecc.), per la moneta basta una... tipografia di Stato!!! Che è esattamente la BCE o qualsiasi altra "banca centrale" dell'Occidente, gestita da privati nell'interesse di privati.
Con tutto il resto della popolazione che, stante il "debito" che grava con tutte le sue conseguenze, non può che darsi alla legge della giungla, dove io cerco di fare le scarpe a te, tu a me, noi a loro e loro a noi. Tutto perché siamo tutti quanti col fiato sul collo, rincorsi dalle banche e dalle tasse da pagare. Ora, io credo che tutto questo, oltre che ingiusto, sia anche perverso, perché avvelena l’intera società.
Spero di essermi spiegato in maniera sufficientemente chiara, e certamente tutto ciò che precede è stato esposto per sommi capi, e pure tralasciando alcuni punti importanti (come la questione della produzione e degli scambi con l'estero: per il primo punto basti ricordare che la FED stampa denaro effettivamente a ciclo continuo, ma il dollaro è sostenuto dalle "baionette" degli Usa e dei loro servi sciocchi, oltre che da un euro che, sopravvalutato, funge da camera di compensazione, ed infine dal fatto che i mercati mondiali delle materie prime sono tutti in dollari; quanto al secondo, basterebbe, rebus sic stantibus, inaugurare un sistema di “baratto” con altri Paesi che intendessero svincolarsi da questa dittatura usurocratica planetaria).
Ad ogni modo, quello che noto è che si sta instaurando un clima di difficoltà diffusa nel quale - sebbene comprenda le vostre esigenze propagandistiche spicciole mirate a creare consenso (il problema della “sicurezza” esiste) - vi è la possibilità di far passare (e poi applicare, qualora si riesca a vincere le elezioni) determinati concetti basilari, che nessuno, ripeto, nessuno fa propri.
Se, al contrario, non si vuole andare a fondo, ci si può accontentare del piccolo cabotaggio, se vogliamo appassionante, ma sempre all'interno del quadro generale già predisposto dai "padroni del denaro", e perciò illusorio ed ininfluente, poiché si finirà sempre per svolgere, volenti o nolenti, una "parte" in questo teatrino.
A voi la scelta! Un cordiale saluto e a risentirvi.

EG

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