martedì 7 ottobre 2014

"La truffa del TFR"



Il progetto di mettere in busta paga il Tfr risulta l’ennesimo tentativo di attacco al Paese produttivo da parte di questo governo, sempre più vicino agli interessi del sistema bancario quanto lontano dalle reali esigenze di lavoratori e aziende che rappresentano, al di là degli artificiosi parametri finanziari, i veri soggetti protagonisti dell’economia reale incarnata da una miriade di piccole e medie imprese.
La strampalata idea lanciata da Matteo Renzi, unitamente al resto, susseguentemente al ritorno dal viaggio negli Usa dove ha incontrato i principali centri nevralgici del potere, Cfr (Council on Foreign Relations) in testa, è stata respinta all’unanimità da tutte le categorie produttive come un suicidio per le imprese.
A conti fatti, le imprese dovrebbero pagare mensilmente il Tfr in busta paga con un aggravio di circa 13 miliardi l’anno sul sistema; soldi che non ci sono, soldi che oltre il 90% delle stesse aziende non ha e che si vedrebbe costretto ad andare a chiedere al sistema bancario a costi e condizioni esorbitanti, senza considerare l’enorme difficoltà di accesso al credito; quindi, ammesso di trovarli, dovrebbero anche pagarci gli interessi, naturalmente con enorme vantaggio dei soliti noti.
 
Manuel Negri

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