giovedì 8 gennaio 2015

Nuova importante sentenza contro l'usura bancaria.

 
Titolo esecutivo viziato per usura, sospesa l’esecuzione immobiliare .
Il Tribunale di Pavia accoglie le tesi sostenute dalla Mutua Sociale Ambrosiana in
merito alla dimostrazione della usura di un contratto di mutuo fondiario, nel
ricorso patrocinato dall’Avv. D.Folino,
Con l’importantissima ordinanza del 12.12.2014 il Tribunale di Pavia si inserisce
nel filone giurisprudenziale (maggioritario) che accoglie la tesi della rilevanza
della mora ai fini dell'usura, tesi già esposta dalla Suprema Corte con la
sentenza 350/2013 e dalla quale deriva la nullità di tutte le clausole che
prevedono interessi, come disposto dall’art. 1815, 2°comma, c.c. che tanto
sappiamo spaventare le banche.
Questi i fatti. Dopo un breve passaggio sul rito ne quale veniva confermata la
procedibilità del reclamo e la legittimità della condotta osservata, il Tribunale di
Pavia, nonostante non fosse stato instaurato il giudizio di merito nei termini
indicati dal Giudice della esecuzione, ha riconosciuto l’usura nel contratto di
mutuo impugnato, in base ai conteggi sui costi effettivi del mutuo.
I calcoli matematici formulati nel reclamo difatti, dimostravano che si fosse
esuberato il tasso soglia vigente al momento della stipula del mutuo (usura
pattuita) con la conseguenza, di non di poco conto, che l’illecito penale della
usura ex art. 644 c.p. andava ad inficiare in toto il titolo esecutivo azionato
assumendone la sostanziale inesistenza ab origine rendendolo pertanto inidoneo
a radicare correttamente l'esecuzione.
Dunque i mutuatari, a dispetto della dichiarata decadenza dal beneficio del
termine non erano affatto inadempienti verso la banca; al contrario, vista la
nullità della clausola interessi, erano essi stessi creditori dell’istituto di
credito per le somme illegittimamente versate a titolo di interessi.
Contro la pretesa azionata dalla banca di € 305.000 (valore dell'asta), la
dimostrata usurarietà del mutuo ha permesso il ricalcolo dell'effettivo residuo
debito (formato ora dalla sola quota capitale) che in realtà si è accertato essere
di euro 232.000. Per effetto dell'Ordinanza poi, la suddetta somma è stata
ulteriormente depurata di euro 67.000 perchè indebitamente percepiti dalla
banca nel corso del tempo determinando così un ben diverso residuo debito.
Contro 305 mila pretesi, il mutuatario ha potuto dimostrare di doverne solo
170.000!
Ne è conseguito il logico accoglimento delle tesi illustrate, la sospensione della
esecuzione perché promossa, evidentemente, sulla scorta di un titolo
inesistente!
Con questa importantissima Ordinanza anche il Tribunale di Pavia offre un
prezioso contributo nel districare la complessa matassa della usura bancaria
suffragando le tesi da sempre sostenute dalla Mutua Sociale Ambrosiana e
patrocinate dall’avv. D.Folino.
Il provvedimento irrompe nel settore delle esecuzioni immobiliari e conforterà, da
oggi, le molte famiglie italiane colpite duramente dalla crisi e spesso
ingiustamente vessate dal sistema bancario italiano.
Sottolineiamo la notevole importanza di questo provvedimento che sia dal punto
di vista giuridico che sotto il profilo sociale affronta il difficile tema dell’usura
bancaria nel contesto della perdita della casa di abitazione troppe volte
svenduta in procedure ed aste viziate nel titolo esecutivo iniziale.
L'ufficio stampa della Mutua Sociale Ambrosiana, il suo presidente e
l’avv.D.Folino sono a disposizione dei giornalisti per approfondimenti ed interviste
sulle tematiche oggetto del presente comunicato.
 

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